Intervista con Oliviero Lanzani, Vice Presidente di Engitec Technologies

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Oct 14, 2024Di Metals Reborn

Engitec Technologies SpA è un’azienda di ingegneria con sede in Italia, attiva a livello internazionale. L’azienda è specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti completi, spesso chiavi in mano, per il recupero di materiali non ferrosi. Questi materiali possono provenire sia da fonti primarie, come i concentrati di minerale, sia da fonti secondarie, come rottami, scorie e altri rifiuti industriali. Engitec è fortemente impegnata nella promozione dell’economia circolare attraverso lo sviluppo di processi e tecnologie innovative a basso impatto ambientale.

Abbiamo parlato con Oliviero Lanzani, Vicepresidente e uno dei soci fondatori di Engitec, per conoscere la sua visione e il ruolo dell’azienda nel progetto HEPHAESTUS.

Qual è la strategia a lungo termine di Engitec per una metallurgia sostenibile?

Crediamo che il riciclo sia un settore strategico per l’Europa, ma deve essere sostenibile. Il nostro sogno, in particolare per le polveri da forno ad arco elettrico (EAFD), è abbandonare la pirometallurgia e passare gradualmente all’idrometallurgia. Non è un cambiamento immediato, ma un processo a lungo termine in cui crediamo fortemente.

Qual è il ruolo di Engitec nel progetto HEPHAESTUS?

Siamo partner leader del Work Package 5, dedicato alla sperimentazione, dimostrazione e validazione delle tecnologie impiantistiche. L’impianto dimostrativo di HEPHAESTUS è installato a Vibo Valentia, in Italia. Include l’unità di recupero dello zinco basata sul nostro processo elettrolitico brevettato EZINEX, integrato nel progetto con un Forno al Plasma Elettrico, un’unità per la produzione di lana minerale a partire dalla scoria fusa e un sistema di cattura della CO₂ che converte il gas in metanolo.

Siamo particolarmente orgogliosi del nostro processo EZINEX – acronimo di Engitec Zinc Extraction – sviluppato internamente a partire dal 1993. È un processo idrometallurgico a scala industriale che trasforma direttamente materiali ossidati contenenti zinco in catodi di zinco ad alta purezza. A differenza di altri meto

di, EZINEX può trattare un’ampia varietà di rifiuti ricchi di zinco senza ricorrere ad alte temperature. Il prodotto finale è zinco metallico puro al 99,99%.

Com’è nato il processo EZINEX?

È una lunga storia, fatta di alti e bassi! Il settore metallurgico è tradizionalmente conservatore, e le nuove tecnologie richiedono tempo per affermarsi. Il primo impianto EZINEX è stato realizzato nel nord Italia nel 1996. Ha operato con successo per quattro anni, ma con la crisi dell’industria siderurgica la produzione di polveri EAF è calata e l’impianto è stato chiuso.

Dopo circa un decennio, l’interesse per il riciclo delle polveri EAF è tornato. Abbiamo costruito un impianto dimostrativo in Sudafrica, che si è rivelato un grande successo e ha portato alla firma di un contratto per un impianto commerciale su larga scala. Purtroppo, il progetto è stato interrotto dalla pandemia di COVID-19, che ha costretto l’acciaieria alla chiusura.

È stato allora che abbiamo visto in HEPHAESTUS un’opportunità preziosa per rilanciare EZINEX come soluzione pulita, efficace e scalabile al problema delle polveri EAF.

Come si confronta EZINEX con le tecnologie esistenti per il recupero dello zinco?

Ci sono quattro o cinque opzioni teoriche, ma nella pratica oggi se ne utilizza solo una: il processo Waelz, che recupera lo zinco sotto forma di ossido grezzo, ancora molto contaminato da cloruri e altri inquinanti. È difficile da credere, ma tra l’85% e il 90% della massa della polvere EAF diventa scoria pericolosa, destinata in genere alla discarica.

Prima di poter essere sottoposto a elettrolisi in acido solforico, l’ossido grezzo deve essere lavato, producendo grandi volumi di acque reflue. Questi lavaggi comportano rischi ambientali seri, soprattutto quando le acque contaminate vengono scaricate in fiumi o mari.

EZINEX elimina tutto questo. Non produce ossido grezzo, ma recupera direttamente zinco puro. Può trattare materiali provenienti da forni CleanTech e altre fonti di ossido di zinco, producendo catodi di zinco al 99,99% senza pretrattamento. Niente emissioni, niente acque reflue, niente discariche. Solo recupero pulito del metallo.

In che modo HEPHAESTUS ha migliorato il processo EZINEX?

Grazie al progetto, abbiamo migliorato diversi aspetti del processo: maggiore efficienza di lisciviazione, purificazione ottimizzata e parametri elettrolitici più stabili. Oggi è più efficiente e robusto che mai.

Cosa ha motivato Engitec a partecipare a HEPHAESTUS?

Abbiamo visto una grande opportunità di collaborazione con altre aziende per dimostrare che è possibile recuperare non solo una parte, ma tutti i componenti di valore dalle polveri EAF. Il progetto HEPHAESTUS propone un concetto impiantistico scalabile che combina più tecnologie: forno al plasma, processo EZINEX, produzione di fibre, conversione catalitica della CO₂ e processo idrometallurgico AAC. Insieme, permettono di recuperare leghe di ferro e zinco, e allo stesso tempo produrre lana minerale e metanolo. È un approccio completamente circolare ai rifiuti industriali, perfettamente in linea con la missione di Engitec.

In che modo HEPHAESTUS si integra con i vostri obiettivi di sostenibilità?

HEPHAESTUS ci offre l’opportunità di dimostrare che la tecnologia per recuperare zinco dalle polveri EAF esiste già e funziona. Inoltre, grazie alla presenza di partner industriali nel consorzio, possiamo offrire una soluzione completa e sistemica. Qualsiasi azienda che voglia trattare le polveri EAF può rivolgersi a noi per ottenere un impianto chiavi in mano.


Articolo pubblicato da Hephaestus-Horizon.eu il 14 ottobre 2024

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